Come è andata la pagella?
Da poco sono state pubblicate le pagelle scolastiche, l’anno
scolastico è terminato e le vacanze sono iniziate (almeno per qualcuno…)
Potrebbe quindi essere un ottimo momento per fare un bilancio
di questo anno scolastico.
Non fermiamoci però al solo numero o giudizio delle singole discipline.
Proviamo a fare un’analisi più ampia. I numeri o le diciture scritti sui
documenti ufficiali sono un modo per definire come si è concluso l’anno scolastico
e se gli obiettivi didattici (e non) sono stati raggiunti.
Ma sarebbe interessante scrutare con la lente d’ingrandimento
tutto il percorso annuale dei ragazzi, perché loro non sono quel numero scritto
su un foglio, sono molto altro e nel corso di questi mesi sono sicuramente
cambiati. Proviamo a pensare a come erano i nostri figli/alunni a settembre e
come li vediamo ora.
Sicuramente in questo periodo si sono susseguiti momenti
facili e difficili; vittorie e sconfitte; ma al netto di questi, cosa hanno
imparato?
Io per esempio ho visto bambini che a settembre non erano in grado di preparare la loro cartella, mentre a giugno ormai non dovevano più chiedere la supervisione di un adulto per non incappare nell’odiata nota “… ha dimenticato ancora il quaderno di italiano e quindi per domani deve recuperare il lavoro svolto in classe”.
Una bambina ha imparato a compilare correttamente il diario.
Un ragazzo è riuscito ad organizzare la scrivania per studiare in totale autonomia.
Un altro studente ha capito come devono essere strutturate le mappe, per
essergli veramente utile.
Un bambino, dal punto di vista comportamentale, alla fine
dell’anno è riuscito a vivere un intervallo in compagnia dei compagni, senza
paura di essere deriso. Un altro ragazzo ha finalmente preso il ritmo giusto,
per prendere il pullman in orario.
Una bambina è riuscita a svolgere da sola un intero problema
di matematica, seguendo la struttura indicata dalla maestra e un’altra ha
scritto un tema azzeccando tutte le h. Qualcun altro ha partecipato al saggio di fine anno senza piangere. C'è chi ha imparato a colorare senza uscire dai contorni.
Si tratta di tante piccole conquiste. A noi adulti sembrano
molto scontate e superficiali, ma per uno studente (che a maggior ragione ha
vissuto due anni di pandemia) sono veri traguardi. A volte non solo per i
ragazzi, ma per l’intera famiglia che l’ha supportato e gli è stata accanto.
Ecco quindi che la fine dell’anno scolastico non deve essere
solo valutato sulla base di quel foglio inviato dalla segreteria della scuola,
ma sarebbe giusto considerare tutto l’anno scolastico a 360°: dal punto di
vista didattico (sicuramente), emotivo, relazionale, organizzativo ….
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