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lunedì 4 maggio 2020

Avere un bambino al tempo del covid-19

Avere un bebè al tempo del Coronavirus

Dott. M. Marcone

L’arrivo di un bebè costituisce un momento di gioia per una famiglia, che lo festeggia in modi diversi in base alle abitudini: di solito è caratterizzato dalla presenza delle persone generalmente vicine ma, in molti casi, è anche una piacevole circostanza per vedere quelle con cui si hanno meno occasioni di incontrarsi.
Oggi a causa delle regole di distanziamento sociale che dovranno essere mantenute fino a data indeterminata, tutto questo non è possibile: l’arrivo del piccolo deve avvenire ‘in sordina’, senza poterlo condividere neanche coi parenti più vicini.
Ovviamente non è al neonato che viene a mancare qualcosa, ma alla famiglia:  alla mamma, che spesso deve vivere in solitudine le ansie del parto e la gioia del primo contatto col bebè; al papà, se non può  essere presente al momento della nascita perché deve occuparsi del primogenito che non può essere affidato ai nonni; ai nonni che non sanno quando potranno stringere tra le braccia il nuovo nipotino.

Avere un bebè al tempo del covid-19



Ma se tanti aspetti positivi vengono a mancare, non bisogna dimenticare anche alcuni vantaggi che questa clausura imposta può arrecare alla famiglia appena sorta, al momento del ritorno a casa. Inevitabilmente infatti può vivere questo periodo con maggiore intimità, più concentrata sul piccolo, meno distratta dalle visite, non sempre così necessarie e gradite, soprattutto nei primi tempi.
Quante donne raccontano infatti di aver vissuto con fastidio l’invasione da parte di familiari poco discreti (in primis… della suocera), che non si facevano scrupolo di disturbare la loro intimità col bebè durante l’allattamento, di prenderlo dalle braccia materne come se fosse un loro diritto, di presentarsi a casa della neomadre a qualsiasi ora, magari senza avvertire del loro arrivo. Certo non tutte le famiglie sono così, e sicuramente la lontananza di familiari discreti e rispettosi dell’altrui privacy può essere avvertita come una ferita dolorosa. Va ricordato però che quando il rapporto con l’altro (e in particolare con le persone più vicine come i genitori, certi parenti o amici) ha una base solida e soddisfacente, il calore della presenza non è dato solo dalla vicinanza fisica, ma dalla sicurezza che conferisce il sapere di essere amati e di avere qualcuno su cui poter contare, appena le condizioni permetteranno di poterlo fare anche sotto l’aspetto pratico.
In attesa di quel momento sarà importante che i parenti ’lontani ma vicini ‘ siano disponibili ad ascoltare la donna che ha partorito, lasciandole sfogare il suo malessere per la situazione, le sue paure, le sue ansie per il futuro, senza caricarla delle proprie, senza volere a tutti i costi rincuorarla. Ogni neomamma infatti ha bisogno di tempo per ritrovare se stessa dopo i cambiamenti dovuti alla gravidanza e al parto , per uscire dalla sensazione di inadeguatezza che prova, che attualmente viene amplificata dallo stato di incertezza e precarietà in cui il covid-19 ci ha fatto sprofondare.

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