Il tramonto del 28 settembre, dopo il mio incidente.

Un incidente e la tua prospettiva cambia

Il 23 settembre ho compiuto 38 anni. Troppi! Quest'anno non festeggio, ho pensato. Ma con un regalo come quello che ho ricevuto 20 mesi fa c'è motivo di festeggiare ogni giorno. Allora via di inviti last minute per concertino sulla spiaggia e mojito in mano. Rigorosamente analcolico, perchè allatto ancora. 
Tramonto spettacolare in riva al mare, buoni amici, candeline su una pizza gigante! Il mio sorriso nelle foto a testimoniare quanto sono stata felice per la serata perfetta.
Un tramonto diverso quello di cinque giorni dopo, il 28 settembre. Tramonto e soprattutto sorriso diverso, un sorriso da 25 punti, e non parlo di quelli del supermercato o della patente, ma di quelli di sutura.

Sono le 19.56 e scatto una foto del sole che si nasconde dietro le montagne dal mio salone. Al mio fianco la mia piccola. 
Solo 10 ore prima facevo un volo dalla moto su una macchina atterrando a terra con la faccia. A tre minuti da casa. Cinque minuti prima avevo inviato una foto di Lisa a mia mamma. Era voluta salire sulla moto per suonare il clacson e salutarmi. Troppo bella per non scattare una foto, troppo bella per non inviarla alla nonna lontana. Metti che mi succede qualcosa mentre vado a lavorare, mi ricordo aver pensato. 

Così come troppo bello era quel tramonto, il tramonto del 28 settembre. E allora chi se ne frega se ho passato la giornata tra due ospedali, chi se ne frega se la mia faccia è un livido unico, se non posso né mangiare né bere perché la mia bocca è stata completamente ricucita,  se non so se tornerò a sorridere, se tornerò a poter riempire di baci la mia bambina, se mi riconosceró quando mi vedrò allo specchio. Io sono qui, nel salone di casa mia, con mia figlia e mi sto godendo questo spettacolo meraviglioso. Uno spettacolo che mi sarei potuta perdere. Il tramonto del 28 settembre.