Quando le mamme non si sentono di allattare al seno
Il latte materno è l’alimento più adatto alla crescita del cucciolo umano perché la sua composizione si adatta perfettamente alle necessità di digestione e di crescita del neonato. Tuttavia questi benefici effetti ci sono solo in presenza di una caratteristica fondamentale che riguarda la mamma e che consiste nella sua serenità. Anche ad allattare.Ma non tutte le mamme sono disposte a cedere alla pressione fatta soprattutto da chi vede solo i benefici dell’allattamento per il neonato e si dimentica di loro.
Madri che non si sentono di allattare al seno. Le cause
Le cause del rifiuto sono diverse ma tutte importanti, e vanno prese seriamente in considerazione quando si consiglia il tipo di allattamento da adottare. Ovviamente se si giudica con obiettività, si nota che ci sono cause futili e serie per non allattare, ma se si tiene conto della soggettività di ogni donna, della sua personalità, della sua storia, si capisce che l’obiettivo è aiutarla ad essere una buona madre, non farla allattare al seno controvoglia (tranne che in tutte le situazioni in cui è vitale per il neonato prendere il latte materno: se è prematuro, sottopeso, affetto da malattie).
Di solito i motivi per cui le donne non vogliono allattare al seno riguardano il rifiuto di essere totalmente disponibili (almeno durante il periodo del puerperio) accanto al bebé che limita la loro libertà. Infatti all'inizio della sua vita, il neonato non è ancora in grado di gestire la tensione dovuta alla fame. La memorizzazione di ripetute esperienze di soddisfacimento è necessaria affinché possa imparare poco per volta ad adeguarsi a un orario, che libera la madre dalla disponibilità incondizionata e che gli insegna a gestire la tensione dell'attesa.
Tutto ciò può avvenire solo dopo ripetitive esperienze di soddisfacimento.
La paura di non sapere gestire situazioni che, soprattutto all’inizio, non si possono affrontare seguendo rigidamente uno schema. Richiedono di essere gestite in modo autonomo, in sintonia con un neonato, che spesso è vissuto come un estraneo e quindi non viene compreso.
Molte donne non sono preparate a affrontare con calma questo periodo di conoscenza reciproca: si illudono che un neonato fin dall'inizio sia in grado di rispettare degli orari, o che il latte materno presenti ad ogni poppata le stesse caratteristiche nutritive a prescindere dal loro stato psicofisico!
Di fronte a queste motivazioni, ricorrere all’allattamento artificiale diventa la soluzione migliore sia per la mamma che per il bebè. L'allattamento infatti è il momento relazionale più importante nella vita del piccolo, che ha altrettanto bisogno di nutrimento per crescere che di serenità, che gli viene trasmessa da chi vive questo compito dedicandosi totalmente a lui, senza fretta e con disponibilità: la mamma o un suo sostituto.
Sotto l'aspetto psichico quindi per il neonato la differenza tra allattamento al seno e al biberon non sussiste: per essere una buona mamma, presente psicologicamente, non è determinante il modo in cui allatta (al seno o al biberon), ma lo stato d'animo con cui lo fa. Anche la donna che non se la sente di allattare quindi va compresa, sapendo che a volte, grazie alla scelta di non allattare al seno, riuscirà comunque ad essere una buona madre.
Ottimi consigli.
RispondiEliminaMolte mamme credono di essere "inferiori" o di voler meno bene al bambino/a se non allattano in maniera naturale.