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giovedì 7 giugno 2018

Gravidanza gemellare: gioie e dolori.

“Oi oi, sono gemelli!”
Questa è la frase con cui la ginecologa mi ha dato la notizia alla prima visita a 8 settimane. 

“Oi oi, sono gemelli”.
Non era un tono di dispiacere chiaramente, era un “Cacchio qui ci sarà da lavorare”.

Mio marito nel frattempo credo sia svenuto, non l'ho più sentito parlare e vedevo solo i piedi alle spalle della dottoressa che mi visitava.
Io ho riso. Ho riso di gioia, ma anche di paura e un po' pure di isteria, non capivo come potesse essere accaduto proprio a me (nei giorni successivi ho poi scoperto che ho degli antenati di inizio ‘900 gemelli che anno cercato proprio me col lanternino).

Gravidanza gemellare: gioie e dolori.



Comunque, dopo qualche giorno di stordimento abbiamo assorbito la notizia e l'unica cosa che è rimasta è stata la gioia accompagnata chiaramente dal quella sana paura che ti fa pensare “Ma ce la faremo?”.
Anche perché quando arriveranno i gemelli a primogenita non avrà neanche tre anni… 

Il punto è che, al di là della paura di farcela poi, la gravidanza gemellare porta con sè tutta una serie di altre sorprese non piacevoli di cui eravamo completamente ignari e che voglio raccontarvi, si sa mai che qualche antenato becchi col lanternino anche voi.

Le gravidanze gemellari possono essere di tre tipi:


  • bicoriale, ovvero i bimbi stanno ognuno nella sua placenta e crescono serenamente in contatto solo con la mamma che li nutre singolarmente, quindi senza rischi particolari se non quelli di qualsiasi gravidanza singola, moltiplicati per due ovviamente;
  • monocoriale biamniotica, ovvero i bimbi si trovano nella stessa placenta ma ognuno con il proprio sacco amniotico e qui iniziano un pochino le beghe poichè stare nella stessa placenta può comportare tutta una serie di rischi;
  • monocoriale monoamniotica ovvero i gemelli hanno una sola placenta e un solo sacco amniotico e questa è la situazione indubbiamente più complicata.

La mia gravidanza è del secondo tipo, e quindi sarà di questa e dei suoi rischi che vi parlerò.

Fin da subito la mia ginecologa mi ha indirizzato all’Ospedale Buzzi di Milano, l’ospedale dei bambini che ha un reparto dedicato proprio alle gravidanze monocoriali, e dove poi ho scoperto che confluiscono coppie da tutta Italia.

E così alla prima visita ho scoperto le varie problematiche che avrebbero potuto verificarsi in una gravidanza monocoriale biamniotica, che deve essere monitorata ogni due settimane dal punto di vista ecografico.

La sindrome da trasfusione feto-fetale (TTTS) è la più comune delle complicanze, poichè tocca il 15% delle gravidanze monocoriali. A causa della placenta unica i gemelli comunicano attraverso particolari vasi sanguigni che si chiamano Anastomosi Vascolari che li rendono strettamente indipendenti l’uno dall’altro. Quello che può succedere è che un gemello riceva troppo sangue, produca un’eccessiva quantità di urina e abbia cosi troppo liquido amniotico. L’altro piccolo al contrario riceve troppo poco sangue e a poco liquido amniotico. Questa sindrome se non viene trattata può risultare letale per entrambi i bimbi. ma come si tratta? Con una terapia al laser che prevede di andare a cauterizzare quei vasi sanguigni che conducono il sangue in modo sbagliato separando cosi i due bimbi come se avessero ognuno la propria placenta.

L’altra complicanza riguarda il 10% delle gravidanze monocoriali e si chiama restrizione selettiva della crescita, in parole povere uno cresce più dell’altro. Teniamo presente che i gemelli sono sempre uno un po’ più piccolino dell’altro, ma quando questa discrepanza è eccessiva la gravidanza va monitorata molto attentamente, anche perchè in questo caso non vi sono terapie disponibili. 

Infine i gemelli monocoriali hanno un rischio di malformazioni un pochino più elevato rispetto alla norma. Per monitorare questa evenienza intorno alla 20esima settimana si fa un’ecografia con valutazione dell’anatomia dei gemelli.

Se ve lo state chiedendo al momento per i miei Diego e Pietro non c’è nessuna di queste complicanze in essere, ma siamo al limite per la trasfusione feto- fetale, quindi controlli frequentissimi ogni settimana presso il Buzzi dove vi è un personale qualificato attento, con medici molto sensibili ma anche onesti e schietti.

Nonostante questo e nonostante la botta iniziale non c’è stato un solo istante in cui io non abbia pensato a questa gravidanza come ad un dono.

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