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martedì 8 maggio 2018

Tempo della mamma, tempo del bebè

Il tempo della mamma e il tempo del bebè che serve a conoscersi

Quella della mamma e’ la professione forse più difficile che esista, che nessuno insegna anche perché ci sono infiniti modi di svolgerla bene, in base alle proprie caratteristiche personali.
Più difficile oggi di ieri, quando la società e la famiglia erano organizzate in modo tale che si arrivava ad avere un figlio avendo già avuto modo di osservare la crescita di altri bebé. Oggi invece spesso ci si trova spiazzate da un neonato che si ha difficoltà, almeno all’inizio, a « maneggiare » tanto pare piccolo e fragile e tanto poco si sa di lui!
Ma soprattutto è difficile perché all’inizio non si concilia con altri obiettivi che le donne hanno, di carriera, di auto affermazione di divertimento. Tutti perseguibili anche con un figlio, soprattutto se ci si dà un po' di tempo, senza essere prese dalla frenesia di dover ottenere tutto subito.

Tempo della mamma, tempo del bebè


Perché un bebè anche nel 2018 ha dei tempi e dei ritmi che non sono gli stessi della società (e della famiglia) in cui vive: tempi necessari per abituarsi a un mondo diverso da quello in cui è vissuto per nove mesi, tempi sintonici con la possibilità di adattarsi alla realtà. E anche la mamma, per essere come dice Winnicott, « sufficientemente buona » deve darsi del tempo per sintonizzarsi sulle esigenze del neonato, per imparare a conoscerlo, a soddisfarlo senza ritardarne né anticiparne i bisogni, e poi per aiutarlo ad adattarsi alle esigenze e alle abitudini della famiglia in cui vive.
Tutto questo, molto semplice per certe mamme, diventa insostenibile per quelle che vanno sempre di corsa, abituate a bruciare le tappe, a fare mille cose insieme!

Come per tutte le donne ci vogliono nove mesi per fare un bebè così ci vuole del tempo per aiutarlo a adattarsi alle esigenze del mondo, con i suoi orari, le alternanze di sonno/veglia, di presenza/assenza di chi lo accudisce. Soprattutto ci vuole disponibilità a occuparsi di lui con la testa sgombra da pensieri rivolti ad altre attività e dai sensi di colpa perché non le si riesce a svolgere come si vorrebbe.

Quanto tempo?
Non c'è una risposta valida per tutte, forse il minimo indispensabile è rappresentato dal periodo del puerperio (indicativamente considerato di 40 giorni), che molte mamme per mille ragioni non riescono o non vogliono concedersi, come se fosse tempo perso.
Invece è importante capire che se si permette a un bambino di affrontare le diverse tappe del suo sviluppo nel momento in cui è maturo per farlo, sarà molto più facile per lui crescere e adattarsi e per la mamma accudirlo, perché non avrà bisogno di “tornare sempre indietro” a rielaborare ciò che non ha potuto fare al momento giusto!
Darsi tempo per rispettare i ritmi del bebè è dunque il modo più fisiologico per aiutarlo a crescere serenamente, dunque anche per guadagnare tempo e poter affiancare al lavoro di mamma ciò che per un po' era stato messo da parte.


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