Come affrontare al meglio un trasloco con i bambini?
A qualcuna di voi sarà sicuramente capitato di dover traslocare con bambini al seguito. A me si, cinque mesi fa, incinta e con un bimbo di nemmeno tre anni. E tra poco, per esigenze lavorative di Marito, mi toccherà farlo di nuovo. E se il primo trasloco è stato un semplice cambiare casa, rimanendo però nello stesso paese, la prossima volta a cambiare sarà anche la città, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente, come
credo sia accaduto a chiunque di voi abbia dovuto affrontare questa esperienza,
il mio primo pensiero da mamma è stato per mio figlio. Come avrebbe affrontato un cambiamento così grande un bimbo di soli due
anni e mezzo?
Se penso che a volte fatichiamo noi adulti ad adattarci a
nuove situazioni, come l’avrebbe presa lui, così piccolo? Avrebbe capito, o ne
sarebbe uscito rattristato? Avrebbe influito, il cambio casa, sulle sue
abitudini e sulla sua quotidianità?
Mi sono così fermata a riflettere, e ho messo in atto tre
piccole accortezze per cercare di rendergli tutto un pochino più dolce.
La prima cosa che io e mio marito abbiamo deciso di fare,
una volta decisa la casa in cui saremmo andati a vivere da lì a poco, è stato
portare Gregorio al suo interno. Ogni volta
che andavamo cercavamo di portarlo con noi per farlo abituare gradualmente
all’idea. Lo portavamo in giro per le stanze cercando di spiegargli che
quella sarebbe stata la nostra nuova casa, e che ci avremmo vissuto presto
tutti insieme. Gli abbiamo mostrato la sua cameretta, raccontandogli che ci
sarebbero state presto tutte le sue cose e che avrebbe potuto giocare in quella
stanza tutta per lui. Gli domandavamo spesso se la ‘casa gialla’, come la
chiamava lui, gli piacesse, e gli permettevamo ogni volta di portare con se
qualche gioco in modo che potesse prendere confidenza con gli ambienti a modo
suo. E ne parlavamo spesso, elencando tutte le note positive e fantasticando
insieme a lui, in modo che potesse non solo abituarsi all’idea, ma anche
prenderla come una cosa positiva e bellissima. E così effettivamente è stato.
2 – COINVOLGERLO
Il secondo passo è stato quello di coinvolgerlo nelle attività di trasloco, ovviamente
adatte alla sua età e compatibilmente con le sue e le nostre esigenze.
Così ci siamo fatti aiutare a preparare gli scatoloni,
permettendogli di sistemare le sue cose in quelle scatole di cartone più grosse
di lui, e anche le nostre, passandogliele in modo che fosse lui a riporle al
loro interno, in un clima di allegria e pieno di aspettative. Gli abbiamo
permesso di darci una mano anche nelle operazioni di carico e scarico casa –
macchina – casa, naturalmente facendogli portare oggetti e borse creati apposta
per lui, leggeri e maneggevoli, senza che facesse alcuna fatica. Ed infine
l’abbiamo coinvolto nei piccoli lavoretti di manutenzione della casa nuova, per
esempio caricando sulla sua mini carriola ciò che papà portava su quella grande
o aiutarci a dipingere le pareti di casa con pennello e vernice alla mano. Vi
posso assicurare che oltre a sentirsi grande ed orgoglioso per l’aiuto che a
modo suo ci stava dando e ad avergli permesso di prendere confidenza con i
nuovi spazi sentendoli più suoi, ci ha regalato momenti bellissimi da
trascorrere in famiglia.
3 – IL GIORNO DEL
TRASLOCO FARGLI TROVARE LA SUA CAMERA E LE SUE COSE SISTEMATE
L’ultima accortezza è stata, arrivato il grande giorno,
prima che la sera lui entrasse in casa per affrontare la prima notte nella casa
nuova, fargli trovare la sua camera pronta, con tutte le sue cose sistemate. Il
fatto di arrivare e trovare un ambiente per lui familiare, con il suo letto, il
suo armadio, tutti i suoi peluches e i suoi giochi, gli ha permesso di vivere
serenamente questo cambio di spazi da un giorno all’altro. Entrato nella sua
camera si è stupito di trovarla esattamente come è sempre stata, seppur in un
posto nuovo, e ne è rimasto visibilmente felice. Così si è seduto al centro e
ha iniziato tranquillamente a giocare, prendendo confidenza con il nuovo
ambiente e adattandosi perfettamente, come se per lui nulla fosse cambiato. E
poco importava che nelle altre stanze i mobili fossero accatastati e gli
scatoloni dappertutto, ciò che contava era che lui si sentisse a casa, e questo
ci ha permesso che fosse così.
Ecco, queste sono le accortezze che noi abbiamo adottato per
cercare di vivere serenamente un momento così importante, e che con noi hanno
ampiamente funzionato. Spero possa essere così anche per voi che leggete, e
ricordate che, per quanto a volte a noi genitori non sembri, i bambini hanno, per molte cose, molto più
spirito di adattamento di noi, e dovremmo essere noi ad imparare da loro e non
viceversa, soprattutto per quanto riguarda l’entusiasmo.
In bocca al lupo!
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