Quando mamma non guida... si scopre la città in modo diverso.
Oggi avevo voglia di condividere con voi una particolarità del mio essere mamma, una particolarità che mi è valsa tante critiche ed ancora oggi suscita stupore ed incredulità in chi mi incontra.Pur essendo una bismamma, pur vivendo a Roma, pur avendo la patente e mille mila impegni ed impicci quotidiani, io non guido.
Non guido per un centinaio di motivi, alcuni dei quali di carattere medico e strettamente personali. Ma sono entrate in gioco anche numerose considerazioni personali che mi fa piacere condividere con voi.
Vivere con dei bambini spesso comporta dei grandi cambiamenti nello stile di vita, compreso un rallentamento dei tempi di preparazione per un'uscita (vi è mai capitato di dover cambiare il cucciolo all'ultimo momento, "perdendo" così minuti preziosi?) ed una maggiore difficoltà nel gestire situazioni che prima erano naturali (entrare in un negozio con bimbo e passeggino, per esempio).
Molte delle mie amiche e conoscenti, sopraffatte dalle "difficoltà", rinunciano spesso ad uscire, a fare gite o anche solo una passeggiata perchè "si stressano troppo"...
Io mi muovo per tutta Roma con i mezzi pubblici (e chi è di Roma sa di cosa sto parlando), prendo la corriera per fare gite con i miei figli, mi imbarco in luuuunghe passeggiate, senza (quasi) difficoltà. Mio figlio maggiore (5 anni) ha imparato fin da piccolino a stare sui mezzi, seduto composto, a reggersi agli appositi sostegni, e sa che raggiungere la meta desiderata comporta un viaggio, e della fatica. Non dico che non siano momenti difficili, ma spesso si fanno incontri divertenti (il vecchietto che racconta le storie di quando a Roma si girava a cavallo), si ricevono regali inaspettati (tu che hai lasciato il palloncino a mia figlia di nascosto, prima di scendere, grazie!), e SEMPRE SEMPRE si impara che con un sorriso ed un grazie la vita scorre meglio. Si guarda tutti insieme fuori dal finestrino, si ha tempo di fare qualche foto, si "vive" la città!
I bambini di oggi non conoscono il senso dell'attesa, perchè hanno tutto e subito. E spesso si stancano dopo due passi, perchè troppo abituati a essere scarrozzati in macchina.
Io ho scelto di abituare i miei figli ad aspettare, alla scomodità, ai tempi lenti, al camminare per arrivare dove si vuole andare: quanta fatica, ma quanta felicità in cambio. Ogni volta che usciamo, si parte per un'avventura che non sappiamo bene come finirà, ma, comunque sia, saremo insieme! Perchè essere diversi, a volte, è una ricchezza, e non un limite!
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