Nuove avventure a scuola, tra ricordi e nuovi inizi.
Ricordo ancora come se fosse ieri. Ricordi precisi e impressi nella mia mente. Due piccoli grembiuli, venivano calzanti da una boccolosa dagli occhi marroni e da un biondino dal fare arrabbiato. Due grembiulini, uno rosa e uno blu a quadretti e due zainetti. Forse loro non lo ricorderanno, e magari in quel momento non gliel'ho detto quanto fossi fiera di loro. Io avevo solo 10 anni e loro quasi 3, e io ero la sorella più orgogliosa del mondo. Mia madre era sfinita e stanca, nel vederli andare a scuola provava un certo senso di felicità, io provavo gioia, e la prima vera tristezza che mi avesse assalito in vita mia.
Io che al mattino li passavo il biberon, e giocavo con loro. Io che al pomeriggio li cullavo finché non dormivano, e passavo con loro tutto il pomeriggio. Ora li vedevo varcare la soglia di una porta che me li avrebbe portati via per quasi tutto il giorno, fino a ricongiurcerci al pomeriggio tardi.
Quando tornavo da scuola non li trovavo più, lì, pronti a farmi le feste, aspettando me, e loro erano la più grande gioia che mi riconduceva a casa. Quell'unica cosa che mi teneva con i piedi a terra dalla felicità, di essere lì con loro. Mia madre lodava il silenzio, io lo detestavo. Quando tornavano, il mio cuore si riempiva di gioia, e traboccava di amore per i loro sguardi teneri e felici.
È stato quel primo giorno, fatto di quadretti blu e rosa che ha segnato quel sentimento materno che mi sarei portata avanti fino a quando non avrei visto anche mia figlia varcare per la prima volta quella porta.
Tante volte non si vede l'ora, di avere del tempo per noi stesse, magari per riposare, o per badare alle altre pesti al seguito. Tante volte si lavora, e si trova nella scuola un grande aiuto. Io ho provato tanta gioia per lei. Che dopo 10 anni da quel primo giorno, mi ha fatto rivivere quel momento. Quel momento in cui pur essendo felice per lei, per quanto si sarebbe divertita, per quanto avrebbe amato quel posto, io sapevo che dentro però come allora, avrei provato una grande solitudine. Ogni mattina quando tornavo a casa dopo averla accompagnata, di fianco a me c'era Elisa, la guardavo e non potevo fare altro che pensare a cosa avrei fatto con Katy. Quella routine che ci aveva accompagnato per svariati anni.
Il suo percorso non è stato facile. Pieno di buche e colline ripide, ci ha fatto fare su e giù. Ma non ho mai mollato, anche se avrei voluto. Quante volte ho pensato di tenerla con me. Ma quando ami qualcuno sai che devi fare sempre la cosa più giusta per lei, non per te. Il percorso fu lungo e ormai è passato un anno, e lei pian piano, grazie alla costanza e alla nostra forza messa insieme ha capito, che nulla doveva farle paura o timore, perché io sarei stata lì ad abbracciarla al mattino e a darle un bacio al mio ritorno. La fiducia reciproca che ci siamo concesse, darci i nostri spazi per nuove avventure, per poi ritrovarci ogni volta, alla stessa ora, è stato il giusto compromesso. Nessuna si sarebbe sentita ma più sola senza l'altra, se ogni giorno alla stessa ora ci saremmo rivisti lì, sulla soglia di quella porta. Dove tutto aveva avuto inizio, e dove tutto ogni giorno aveva fine.
Come è passato di fretta un anno. Ora già ci troviamo di fronte ad un ennesimo anno scolastico. Ci ritroveremo di nuove li alla solita ora, a far colazione, a prendere lo zainetto e fare le corse pazze per arrivare a scuola, sfruttando ogni minuto per dirsi ciao. Per poi ritrovarsi lì alla stessa ora, sulla stessa porta per guardarsi come se non ci fossimo mai lasciate.
È vero Katy, che noi insieme affronteremo ogni sfida? Come un anno fa, ci prenderemo per la mano, inizieremo e finiremo insieme questo ennesimo percorso avventuroso, vedrai che divertimento, se ti diverti tu , io allora ancora di più. E mi raccomando, stessa ora, stesso posto. Io ti aspetto.
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