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martedì 5 settembre 2017

No, no e ancora no. Quando dire no, sembra l'unica via, ma non è così.

Quando dire no, sembra l'unica via, ma non è così. Ecco come fare.



Quante volte arriviamo a fine giornata che, a suon di sentirci ripetere "no", ci sentiamo brutte, pessime e noiose a noi stesse.

Figuriamoci ai nostri figli.

Quante volte, continuando a sentirci rispondere no, dai nostri bimbi, esclamiamo "dice sempre di no sto bambino!".

No, no e ancora no. Quando dire no, sembra l'unica via, ma non è così.
Mamma said No by A (Im)PerfectMom

Certo c'è la famosa fase oppositiva, eppure se ci pensiamo, e colleghiamo le cose, no è forse la parola che i nostri figli si sentono ripetere più frequentemente, un po' come per noi "mammaaaa".
I no.
Un libro famoso si intitola proprio "i no che aiutano a crescere" di A. Phillips.
Mi fermo solo a questa frase, non al libro, non sarà quindi, quella che segue, una recensione.
Prendo solo in prestito il titolo e ci ragiono sopra.

Cosa sono per me me, i no che aiutano a crescere?


Ecco la domanda che mi sono posta.

Ci sono no che sono dovuti ai nostri figli. Perché se dire sempre no, non fa bene, anche dire sempre sì, non fa bene.
Tra di essi, senza dubbio, ci sono quelli che io chiamo no di sicurezza: non si fa perché è pericoloso.
Ci sono, poi, quelli che contengono: dicono cioè, al bambino che noi ci siamo, siamo presenti e li vediamo. Sono quelli che gli danno dei limiti, che a loro volta servono ai nostri figli per sentirsi amati.

Ve lo spiego con un esempio "al contrario".

Ditemi se non vi è mai capitato, dire sì a qualcosa, perché dire no, avrebbe avuto delle conseguenza che, per stanchezza, situazione, non avevamo voglia di affrontare.
"Mamma mamma mamma mamma voglio le patatine mi compri le patatine? Patatine patatineeeee". A fine giornata, con il peso di un caldo infernanke, lo stress del lavoro, insomma per il quieto vivere, si dice si. Anche se è quasi ora di cena. Anche se le patatine fanno male, anche se...
Eppure questi si per non dire no, poi si pagano il doppio. Quando nelle nostre giornate migliori, diciamo no. Eppure, penserà nostro figlio, l'altra volta mi hai detto di sì.
Scenata doppia, confusione, doppia fatica.

A me capita di dire si per non dire no. Ve lo assicuro: sono quelli che dicono: mi arrendo.


I no sono importanti, essere genitori è un lavoro senza pausa.
Questi no per dire si, dicono ai nostri figli che siamo troppo stanchi per fare i genitori, è un sì di comodo.
Ragionando su tutto questo, ho incominciato a cercare il modo migliore per migliorare.



Comunicazione positiva.

Difficile da spiegare, ancora di più da mettere in atto.

Cosa è la comunicazione positiva?

Trovare alternative al no e tenere il "secco NO!" per le situazioni che davvero non ne possono fare a meno: una su tutte la sicurezza.

Non mi faccio vanto di una cosa che assolutamente non è farina del mio sacco. Ne avevo sentito parlare tempo fa e, giusto in questi giorni, mi è capitato di leggere questo post di "Curiosando si Impara", in cui si spiega proprio questo.

Si tratta, fondamentalmente, di modificare il nostro linguaggio: un continuo e ripetuto no, rischia alla fine, di non essere più ascoltato dai nostri figli.

Come si fa?

Cito proprio l'articolo di cui sopra e vi elenco di seguito alcuni passaggi:
  1. Suggerire un'alternativa. "Mamma andiamo al parco?" risposta: "Cosa ne pensi se oggi giochiamo a casa?".
  2. Posticipare la richiesta a quando sarà possibile realizzarla, ricordando però, che una promessa fatta, va mantenuta sempre. "Mamma giochi con me?" risposta: "Ora la mamma deve cucinare, mi aiuteresti? Dopo costruiamo una super pista dei treni!".
  3. Spiegare le conseguenze delle proprie azioni. Se picchi tuo fratello/amico/compagno di scuola, dopo non vorrà più giocare con te. Ancora: "Se rompi quel giocattolo, dopo non potrai più giocarci".
  4. Chiarire le regole. Altrimenti detto, prevenire è meglio che curare. Se definiamo ed esplichiamo prima le regole e spieghiamo il perché delle stesse, sarà più semplice evitare i no.
Come vedete, non è cosa semplice, richiede impegno per lo meno all'inizio.

Si dice, però, che volere è potere.

Da quando ho letto questo post, mi sto adoperando molto per far diventare parte di me, questo modo di comunicare e devo dire, che ridurre il numero di no a quelli essenziali, mi fa arrivare a fine giornata senza sentire sulle spalle il peso "dei no esasperati".

Non sempre ci si riesce. è vero, ma vale la pena provarci.


Colonna Sonora del post: Dawn Penn - You Don't Love Me (No, No, No)

 

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