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martedì 4 luglio 2017

Quando estate non fa rima con mare, ma con campagna


L'estate in campagna con i bambini

D'estate tutti al mare!

No, non per forza. 

Perché si fa presto a dire mare e immaginarsi in panciolle sulla sdraio a non fare niente, se con niente si intende leggere un libro (forse), sorseggiare una bibita, ascoltare un po' di musica, un tuffo ogni tanto e poi, di nuovo sulla sdraio al sole.

Rewind. 

Quando estate non fa rima con mare, ma con campagna


Se non sei mamma di bimbi piccoli.
Altrimenti sdraio, relax, mare, non sempre possono stare nella stessa frase.
Non è impossibile, nulla lo è, il detto volete è potere è un gran detto, ma il punto è proprio questo: volere. 
Per carità, è sempre una questione di gusti, lo so bene: io abito in una città di mare e quindi, mare per me non vuol dire vacanza. 
Così, alla fine, opto per una soluzione diversa: la campagna che, sarà un'ovvietà, fa bene ai bambini, ma anche a mamma e papà.
Non solo per l'aria meno inquinata, non solo per gli ampi spazi verdi a contrasto con il grigiore cittadino. 

La campagna fa bene ai bambini perché è una continua esperienza sensoriale: la morbidezza dell'erba sotto i piedini scalzi, la durezza di una pietra scaldata dal sole, la consistenza della terra che si sgretola se presa tra le dita. Il profumo dei fiori, la ruvidità della corteccia di un albero. La campagna è un'unica immensa continua esperienza sensoriale e non solo. 

Stimola l'esplorazione, la fantasia. 

Quando estate non fa rima con mare, ma con campagna
foto by aimperfectmom

Un bambino all'aria aperta, a contatto con la natura, non ha bisogno di così tante cose materiali per divertirsi.
Si può essere attrezzati con la casetta della Chicco, seggioline e tavolino, macchine a pedali o elettriche, scivolo e altalena. Alla fine però, rincorrere una farfalla, cercare il nascondiglio di quella lucertola, arrampicarsi per il bosco, sono le attività preferite e che più divertono.

In un millennio ipertecnologico, vissuto con il piede a tavoletta, sempre di corsa, come sfondo una città agitata, spesso grigia, con pochi spazi verdi in cui correre liberi, passare le vacanze in mezzo al verde, è anche un modo per ridimensionare la vita frenetica che sempre più spesso, noi genitori e di conseguenza i nostri figli, siamo obbligati ad affrontare. 

Rallentare il passo, assaporare quello che ci circonda.

foto by aimperfectmom


Uscire di casa e trovare alberi, prato, bosco. Nella lentezza del tempo che scorre, assecondare i bisogni primari: rendersi conto che è ora di pranzo, o di cena, grazie ai morsi della fame; che è ora di riposare, per via della stanchezza. 

Lasciare fare alla natura e ai nostri bimbi e, qualche volta intervenire proponendo giochi da condividere: disegnare con gli acquarelli, fare le bolle di sapone giganti e rincorrerle, raccogliere le pietre e poi colorarle, disegnare con i gessi, fare travasi.

Coinvolgere i propri piccoli nella cura dello spazio esterno come, per esempio, dar da bere alle piante.

Correre, manipolare, esplorare: le uniche regole e poi, sporcarsi, graffiarsi, cadere e ritirarsi in piedi.

E poi, beh, se anche dopo un'intera giornata all'aperto a giocare insieme o semplicemente a condividere gli spazi aperti, arriva il momento in cui ci viene chiesto: "posso guardare la TV?", direi che il senso di colpa da mamma degenere lo si può anche salutare e, nel mentre buttarsi insieme sul divano a riposare un po'.

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