Quando avevo quattro anni, durante il periodo del Carnevale
la mia mamma mi ha mascherata da Cappuccetto Rosso. Ho amato molto quel
costume, curato in ogni particolare, mi donava.
Il Carnevale mi piaceva.
Ma nel crescere, con feste in maschera, sfilate di carri,
coriandoli e stelle filanti, non ho mai avuto un gran bel rapporto con esso:
troppo caos, ma soprattutto troppo freddo.
E così, la festa più briosa e colorata per eccellenza è
finita nel dimenticatoio. Passava inosservata.
Poi è nata Carolina.
Per il suo primo Carnevale, ha indossato una tuta pelosa confezionata da una delle bisnonne. Ci stava comoda e calda. Era un simpaticissimo panda. Poi è cresciuta, e le tute AVVOLGENTI E COPRENTI, hanno lasciato posto a vestiti LEGGERI.
“Io il giubbotto non lo voglio perché altrimenti nessuno vedrà il mio vestito di Elsa”.
Combattere con tua figlia che non vuole indossare il piumino caldo in un pomeriggio freddo di febbraio, bè, non è proprio il massimo.
Il Carnevale continua a non piacermi.
Ma bando alle ciance.
In questo post, voglio raccontarvi di come Carolina abbia conosciuto il grande pittore PABLO PICASSO grazie al Carnevale.
L’altro giorno, quando è rientrata dalla scuola materna, le ho proposto di colorare assieme due disegni che avevo scaricato dal web e stampato. Abbiamo preso pennarelli, pastelli a cera e matite colorate e ci siamo messe al lavoro.
Il primo era una riproduzione del dipinto Paulo vestito da
Arlecchino, dipinto dal pittore spagnolo nel 1924.
“Chi è questo bambino, mamma?”
“Ma se il suo babbo si chiama Pablo, la mamma come si
chiama?”
“Ma questo ritratto è stato fatto durante il Carnevale?”
Come ogni bambino curioso, mi ha sommersa di domande.
Una volta finito, le ho fatto vedere al pc il dipinto
raffigurante I tre musici (1924) e le ho consegnato il foglio da colorare.
“Mamma, ma questo è troppo difficile da colorare! Non si
capisce bene, guarda. Di chi è questo braccio? E questa gamba?”
L’ho tranquillizzata, e le ho chiesto se voleva che
l’aiutassi. Non se l’è fatto ripetere due volte!
Mentre stavamo colorando, le ho raccontato che in quel
dipinto erano raffigurate due note maschere, Arlecchino con una chitarra,
Pulcinella che suona il clarinetto, mentre, a destra, un monaco che canta.
“Devi sapere che Pablo Picasso, proprio come il figlio
Paulo, si è travestito da Arlecchino. Ti ricordi della Commedia dell’Arte,
vero? Accanto a lui, c’è il suo amico Guillaume (Apollinaire) travestito da
Pulcinella, mentre quello che canta, travestito da Monaco, è un altro amico di
Picasso, Max (Jacob)”.
“Ma suonavano in un gruppo?”
“Ma erano a una festa di Carnevale? E Paulo dov'era?”
I bambini sono incredibili! Quando poi le ho chiesto quale
fosse, tra i due, il dipinto che più le piacesse, mi ha indicato senza
esitazioni I tre musici.
Ma non era Van Gogh?
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