Chi Siamo

martedì 22 novembre 2016

Io "Coslippo" e Voi?

Scrivere di argomenti quale allattamento, svezzamento, questione nanna, è sempre un po' difficile: quale che sia la posizione che si prenda, si tirano su dei polveroni mica da poco. Basta fare un giro all'interno dei vari gruppi di mamme presenti su Facebook; quando nasce una discussione accesa, state certe che si sta parlando di uno dei temi sopra citati. Eppure, impavida che sono, oggi scriverò proprio su uno di questi temi e quel che sarà, sarà!

cosleeping
Foto by A (Im)Perfect Mom 

Nonostante mi reputi un tipo che ami arrivare ad affrontare le situazioni con un minimo di conoscenza, quando sono diventata mamma per la prima volta, ho semplicemente seguito l'istinto. 

Il famoso istinto materno.

Un'altra premessa: ci sono due cose che prima di Mattia e Amalia mi hanno sempre lasciato perplessa, facendomi anche pensare di non essere fosse tagliata per il ruolo di madre: sono appunto, l'istinto materno (a me sembrava di essere veramente impacciata e di saperci poco fare con i bimbi) e il modo il cui le mamme riuscivano a capire il linguaggio dei propri figli, quando, non sapendo ancora articolare bene le parole, questi frugoletti emettono suoni quasi incomprensibili, neologismi a go go e vabbè, lo sapete come va.

Ora so perchè queste due cose avevano quest'aura misteriosa e incomprensibile: fanno parte entrambi dei super poteri di mamma. Tutto lì. Non consideravo il "valore aggiunto": crescere giorno per giorno insieme all'amore più grande che ci sia: i propri cuccioli.

Quando è nato Mattia, quindi, ecco che come per magia, ho scoperto il super potere per eccellenza: "l'istinto materno" e lui, proprio lui in persona, mi ha guidata dritta dritta al cosleeping.
Dopo che, per alcune notti di seguito, mi sono addormentata allattando, infatti, ho pensato: "perchè no?", perchè non dormire insieme? Il mio istinto mi suggeriva di farlo. Del resto ci svegliavamo sempre la mattina successiva, abbracciati e appagati dalle ore di sonno condivise, dalle poppate fatte ogni volta che il mio cucciolo voleva e dal calduccio delle coperte (i miei figli sono nati entrambi di inverno). Non avevo dovuto svegliarmi due o tre volte, alzarmi, prendere Mattia rischiando di fargli dare zuccate ovunque (sì, quando ho sonno sono pericolosissima), portarlo nel letto e mentre a fianco ci dormiva beato il papà, cercare di stare sveglia a cullarlo e sfamarlo.

Foto by A (Im)Perfect Mom
Ricordo, inoltre, che, complici gli ormoni, le prime settimane successive al parto non è che fossi sempre l'allegria in persona: ritrovarmi sola, la notte, con una piccola luce accesa per non svegliare il mio compagno, che il giorno dopo lavorava, cercare di stare io stessa sveglia, mi faceva sentire triste. Lo so, avevo tra le braccia il tesoro più grande del mondo, eppure avevo momenti di tristezza. Ci sta, ero un po' spaesata, diciamolo.

Per me poi, non dormire è il peggior incubo, proprio non ce la faccio.
La prospettiva di perdere intere notti di sonno, voleva dire pessima mamma durante il giorno.
Anche quando dovevo preparare gli esami all'università, io sono sempre stata una di quelle studentesse che piuttosto andava a dormire alle 3 del mattino, per poi svegliarsi in tarda mattinata. Mai alzata alla 6 per studiare, forse una volta. Proprio non connetto.



Non solo, la verità è questa: io mi alleno da anni al cosleeping!
Sì, miei cari! Anni di esperienza con l'orsacchiotto del cuore! Con il mio oggetto transizionale per dirla in termini Winnicottiani. Ho sempre dormito con un peluche. Ogni mattina mi svegliavo nella stessa posizione in cui mi ero addormentata, oppure, nella notte, in modo subconscio, mi spostavo con orsacchiotto annesso, senza schiacciarlo. 

Posso con ragione affermare, allora, che "Coslippo" da sempre.
Così, senza troppo pensarci, in modo totalmente naturale, l'ho fatto con Mattia, sino a quando a 20 mesi ha deciso di andare nel suo lettino (quello già da grandi). Lo sto facendo ora con Amalia, anzi con lei abbiamo iniziato subito, già dalla nostra prima notte insieme in ospedale. Ricordo che facevamo impazzire le infermiere perchè temevano mi cadesse dal letto.

Altro punto importantissimo nella pratica del cosleeping è che il marito/compagno sia d'accordo, ovvio. Simone è un tipo pratico, quindi all'inizio è stata questa la molla che lo ha reso favorevole. Mano a mano che passavano le notti, ha scoperto la gioia della coccola, del sentire vicino quel corpicino così piccino e caldo, quella manina che ti cerca, accarezzandoti. Respirare il suo profumo, baciargli la testolina.

Tante le critiche mosse dall'esterno, la più comune: "eh, ma poi prende il vizio e non te lo togli più dal letto".... Tenete conto che io ho dormito nel lettone con i miei per parecchio, ma alla fine il lettone l'ho abbandonato!

Altra osservazione, questa volta lecita, è: "non hai paura di schiacciarlo/a?". No, ma è vero che spesso la notte controllo. Non è un svegliarsi vero e proprio, è un apro un occhio controllo, accarezzo e mi riaddormento. Avevo più la paura che fosse Simone a schiacciarli perchè? Perché non lo posso controllare, io invece conosco me stessa e il mio sonno. Per questo motivo, specialmente i primi tempi, i miei figli dormivano dal mio lato e per evitare che cadessero dal letto, ho messo la cullina attaccata, altrimenti ho avvicinato il letto al muro.

Ancora: "non sai che il cospleeping aumenta il rischio di SIDIS?".
Su questo argomento ci sono milioni di articoli, diversi studi, alcuni vanno nella direzione "no, assolutamente al cosleeping", altri invece, in quella diametralmente opposta.
Non voglio entrare nel merito di questo discorso, dico solo, che il mio modo di sconfiggere o per lo meno controllare la mia paura da SIDIS, è stato quello di tenermi i miei piccoli nel lettone, perchè altrimenti, ho il terrore di non accorgermi se succede loro qualcosa. Anche adesso che Mattia dorme nel suo letto, capita che nella notte lo vada a controllare per vedere se sta bene e se respira.

Conosco invece, tante mamme che mai e poi mai dormirebbero con i loro piccoli nel letto, ma non per questo li coccolano o amano meno di me. E' una questione anche di difesa dei propri spazi, di carattere, di modi di essere. Quello che proprio è contro la mia natura e il mio pensiero, è quello di lasciar dormire solo, dopo aver lasciato piangere per ore il proprio piccino nella stanza accanto.

Foto by A (Im)Perfect Mom

Per noi va bene così: "coslippare" finché ci va. Ci è venuto naturale e ancora ci viene naturale.

Per questo motivo, quando mi chiedono cosa ne penso del cosleeping, rispondo sempre:

Non importa quale che sia il modo, l'importante è che sia quello migliore per voi. In ogni caso lo consiglio, gli anni volano, presto saranno i miei figli a non volermi tra i piedi. Sono manciate di anni, poi loro andranno per la loro strada e mi mancheranno tanto. Non ho paura di amarli. Non ho paura di perdere la mia indipendenza, i miei spazi, la mia intimità con il mio compagno.

C'è un tempo per tutto e il tempo vola...


Colonna sonora del post: AC/DC "You shook me all night long"

2 commenti

  1. Verita' nient altro che verita'...i figli l istinto il vissuto lo studio l esperienza tua da figlia...poi da madre del primo poi del secondo..tutto fa dire....fatto ,faccio, faro' del mio meglio anche quando coniglio BRAVA!!!!

    RispondiElimina
  2. Noi abbiamo cosleeppto da subito in ospedale, me l'ha consigliato una delle ostetriche. Diceva che finchè aveva me vicino non era essenziale che dormisse a pancia in su, poteva stare su un fianco perchè aveva il feedback neurologico della mamma. E da subito Ginevra ha dimostrato di essere una dormigliona. Dormiva come un sasso dalle 11 alle 4 (di notte... di giorno era un'altra storia!) quindi poi per riposarmi meglio la mettevo nella navicella (la culla next to me era troppo grande e non ci stava bene... si agitava molto) alle 4 si svegliava la tiravo su e poppava e coslippavamo fino alle 8. Poi è arrivato il momento di provate questa next 2 me ma dormire con lei appiccicata a me era una cosa e io non riposavo molto, mentre nella culla si agitava di più... quindi la culla da next 2 me è diventata culla ai piedi del letto.
    A 3 mesi dormiva nella sua stanza tutta la notte (a parte qualche rara sveglia o malattie. A un anno comicniato il nido cominciate le malattie continue abbiamo cosleeppato ancora causa tosse perenne ma a un certo punto una notte dopo averci riempito di calci e pugni si è seduta sul letto e ha indicato la porta della camera... Finito il cosleep. Quindi posso dire di aver cosleeppato per necessità (certi pisolini su lettone dei nonni di Roma ci siamo fatte!) . Adesso la sua idea di cosleep è chiedermi di dormire sul suo tappeto mentre si addormenta e farle "compagnia" :-D Ogni storia è a sé ed è contornata di dettagli. La nostra camera è un po' sfigata e abbiamo un po' di muffa. Avevo il terrore che potesse farle male perchè non sempre ce ne accorgiamo subito essendo dietro l'armadio. Inoltre io ho sofferto di una tiroidite non diagnosticata per quasi un anno quindi la mia stanchezza e bisogno di poter riposare erano più intensi... ma non mi permetto di giudicare nessuno, questo no. Ogni storia è a sé ed è bella e fa sorridere perchè piena di ricordi e momenti preziosi anche se devi dormire sulla poltrona perchè tua figlia tossisce tutta notte ma non vuole stare nel lettone! :-/

    RispondiElimina

Grazie per aver lasciato un tuo commento, sarà pubblicato il prima possibile!

Mamma aiuta Mamma