I
produttori e i venditori fanno leva sulla praticità (vedi immagini di mamme che
buttano il pannolino con una mano e sorreggono il figlio con l’altra, ma il più
delle volte gettare il pannolino, girare la manopola e chiudere lo stantuffo
risulta complicato con un bimbo che si dimena in braccio!), sul progresso che
il mangiapannolini apporterebbe nella vita della neomamma (il suo facile utilizzo
stuzzicherebbe l’intraprendenza dei papà, tradizionalmente restii a
interessarsi di pipì e popò) e sull’igiene: oltre ad assicurare la fine dei cattivi odori, una speciale
pellicola che riveste i sacchetti (nel caso delle cartucce omologate), promette
di annientare fino al 99% dei germi, mentre uno semplice stantuffo spinge i
pannolini sul fondo senza far correre il rischio ai genitori di sporcarsi le
mani.
Immagine tratta da Tuttogreen.it |
Sul benessere, poi, che il mangiapannolini apporterebbe nel rapporto madre-figlio, sono un po’ scettica. Non mi è chiaro, infatti, pur avendolo provato di persona, come possa consentire di «dedicarsi maggiormente al bebè»: porterebbe a trascorrere più tempo con lui? E in base a che cosa l’avere un mangiapannolini ottimizzerebbe il tempo a disposizione dei genitori? Posso buttare il pannolino nell’indifferenziata, così come riporlo sul balcone o sul davanzale in attesa di gettarlo con il bambino in braccio; oppure posso temporaneamente metterlo da parte e godermi il momento del cambio per quello che realmente è: un momento di ritrovo, di coccole, di carezze, di baci che non può essere rovinato dalla necessità impellente di disfarsi nella maniera più comoda, rapida e igienica del pannolino. Cosa ne pensate?
Vi stupirà forse sapere che tutte le caratteristiche riscontrate per il mangiapannolini, le ritroviamo anche nelle wet bags, le borse che tra gli 0 e i 3-4 anni servono da contenitore dei pannolini lavabili sporchi. Anche queste borse sono pratiche perché disponibili in varie forme e dimensioni per adattarsi al meglio alle necessità: la forma a sacca è per esempio perfetta per essere appesa al muro e scomparire dietro una porta, mentre le più piccole stanno comodamente in borsetta e possono contenere (separati da una cerniera) i pannolini sporchi da quelli pronti per il cambio, per essere mamme eco-friendly anche fuori casa. Consentono uno stoccaggio facile e igienico non solo per la comoda zip salva odori (esistono anche modelli da esser inseriti in bidoncini), ma anche per il materiale esterno di cui sono fatte, il PUL, traspirante e impermeabile.
I pannolini lavabili, inoltre, possono essere gettati direttamente all’interno della wet bag e questa a sua volta, dopo aver aperto la cerniera sul fondo, può essere infilata nella lavatrice: i pannolini usciranno da soli senza bisogno di toccarli, ma in alternativa esistono anche simpatiche “presine” di silicone che consentono di estrarre in maniera igienica gli inserti di cotone dei pannolini. Esattamente come questi ultimi, quindi, è lavabile in lavatrice insieme al resto del bucato (a 60°), e in caso di piccole macchie interne è sufficiente usare una spugnetta o un panno umido. Inoltre, per evitare i cattivi odori e combattere i germi è possibile aggiungere qualche goccia di tea oil (alcune wet bags sono dotate di apposita spugnetta) dal potere antibatterico e profumante, 100% naturale.
Abbiamo
già visto come la capienza di queste borse non abbia nulla da invidiare a
quella di un mangiapannolini che in media contiene 28/30 pannolini, pochi di
più rispetto a una wet bag di medie dimensioni. Quindi, il bidoncino risulta
nella maggior parte dei casi più ingombrante, anche se naturalmente è stato
pensato con un design il più compatto possibile per poter trovare spazio
accanto al fasciatoio. Quanto poi all’estetica, le wet bags stravincono: le
stampe sono molto colorate e divertenti, perfette anche per la loro seconda vita.
Raggiunto il traguardo dello spannolinamento, infatti, queste borse possono
essere riutilizzate come porta-giochi, o come contenitore per libri o prodotti
per viso e corpo. Praticissime anche per la spiaggia e per la piscina perché
non temono l’acqua.
Un
punto a favore delle wet bags anche per il lato economico: circa 20 euro il
costo di una wet bag delle migliori marche dalla capienza di 24 pannolini, almeno
il doppio per il migliore mangia pannolini in circolazione che però funziona
solo con le apposite (e costose ricariche). Vi sono anche mangiapannolini più
economici, ma spesso il problema delle ricariche permane.
In
quanto a costi per l’ambiente, infine, partita persa per il bidoncino produci
rifiuti!
Chiara
Bernocchi
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