In bocca al lupo, anzi... alla lupa!

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Come forse alcune di voi sapranno, io sono una archeologa ed una guida turistica ufficiale per la Provincia di Roma. Avendo vissuto nel mondo accademico per quasi 15 anni e lavorando come guida da quasi 8 anni, ho notato e noto spesso la tendenza a spiegare i monumenti e le opere d'arte come se si parlasse ad una ristretta cerchia di studiosi, inzeppando i discorsi di date e termini tecnici e rendendo inevitabilmente e mortalmente noiosi quei pochi minuti dedicati alla cultura che ogni tanto ci regaliamo e regaliamo ai nostri figli. Ma perché? Perché? Ci annoiamo noi adulti, figuratevi i bambini! In questo modo risulta una tortura portarli al museo...

Oggi vi propongo un post un po' diverso, non  si tratta del racconto di una gita da fare insieme ma del racconto di un'opera d'arte, un racconto divertente e curioso adatto a grandi e piccoli.
Da brava romana non potevo non iniziare dalla Lupa Capitolina!

Roma sorge su 7 colli, tutti importanti e ricchi di testimonianze storiche ed archeologiche, ma il cuore politico e civile di Roma, nei tempi antichi come oggi, è sicuramente il Campidoglio, o Colle Capitolino. In un angolo della piazza del Campidoglio, dominata dalla statua di Marco Aurelio a cavallo al centro e dagli imponenti edifici dei Musei Capitolini e del Comune di Roma ai lati, un po' defilata e nascosta, si trova una statua raffigurante una Lupa nell'atto di allattare due neonati, montata in cima ad una colonna. Eccolo qui il simbolo della nostra città! Che strano gruppetto, eh? (Si tratta di una copia, l'originale è all'interno dei Musei Capitolini).


Quei due bimbi sono Romolo e Remo. La leggenda narra come, molto tempo fa, esistesse una bella e ricca città, chiamata Albalonga, il cui re, Numitore, aveva avuto solo una figlia femmina, Rea Silvia. Nei tempi antichi le donne non potevano ereditare il regno di una città e quindi il buon Numitore avrebbe dovuto attendere che la figlia si sposasse ed avesse dei figli maschi, che allora sarebbero divenuti i legittimi eredi al trono. Nessun problema se non fosse che il fratello cattivo del re, Amulio, non aveva voglia di aspettare per cui decise di imprigionare il legittimo re e di mettersi lui sul trono. Rea Silvia, ancora giovanissima, venne costretta dallo zio a diventare una vestale, una sacerdotessa pagana che faceva il voto di castità, non poteva perciò avere alcun tipo di contatti con uomini e, quindi, avere dei bimbi. In questo modo il malvagio Amulio si era assicurato che non sarebbero mai nati dei legittimi eredi al trono. Tuttavia gli Dei avevano diversi piani per Rea Silvia: un giorno ella incontrò Marte, Dio della guerra, che se ne innamorò e dal loro incontro nacquero due gemelli, Romolo e Remo. 

Immaginate la rabbia di Amulio! Condannó a morte la povera Rea Silvia ed ordinó ad un servo di uccidere anche i due bimbi appena nati. Il servo non ebbe coraggio di farlo, li mise dentro ad una cesta di vimini e li gettò nel fiume Tevere. La cesta galleggiò sulle acque del fiume, si impigliò nel ramo di un albero e piano piano scivolò verso la riva. I bimbi dentro alla cesta urlavano disperati, per la fame, il freddo e la paura. Una lupa aveva da poco partorito e se ne riposava beata con i suoi cuccioli in una grotta vicino al fiume quando, disturbata da tutto quel rumore, esce a vedere. Due cuccioli che piangono disperati? L'istinto materno ha la meglio sulla differenza di razza, e leccando i bimbi per calmarli, offre a loro un po' del suo latte! Che scena incredibile! Un pastore che si trovava da quelle parti rimase impietrito ad osservare la bestia tanto feroce con le pecore quanto mansueta con quei due bimbi, e decise che sicuramente era volontà degli Dei che quei bambini sopravvivessero. Decise di prenderli con se e li crebbe come figli suoi. Uno di loro, Romolo, diventerà il primo re di Roma. Ecco perché la Lupa che allatta due gemelli.


Ma non tutti sanno che la Lupa è ben altro! Non è solo l'animale della leggenda, ma è un simbolo! Il simbolo della giustizia! 
Immaginate un mondo a contatto con la natura. I lupi popolavano numerosi i boschi del Lazio e gli antichi abitanti della zona avevano modo di osservarne le abitudini ed i comportamenti. Avevano notato come le femmine del lupo gravide, giunte a termine della gravidanza, tendessero ad isolarsi ed a cercare un riparo nascosto per dare alla luce i propri piccoli. Una volta nati i cuccioli, la femmina del lupo non si muove, non si allontana per mangiare né per bere, rimane sdraiata immobile ad allattare e proteggere i piccoli con il calore del suo corpo. Quando finalmente ritiene di potersi allontanare si trascina fuori dalla tana ed è magra magra, se ne vedono chiaramente le costole sotto il pelo. Capitava spesso che in quel breve periodo di assenza della madre qualche altro animale minacciasse i cuccioli, ed ecco allora che la Lupa magra magra, con le mammelle gonfie per l'allattamento, debole e sfinita, tirasse fuori tutta la grinta di una mamma ringhiando e assalendo il nemico con forza incredibile! Per gli antichi era la GIUSTIZIA che difende i deboli dai soprusi dei potenti! La Lupa magra e ringhiante era posta nei tribunali come simbolo di ferma ed implacabile giustizia!

Ecco la reale importanza della nostra statua. Se aguzzate bene la vista noterete le tracce delle costole, ben visibili, le mammelle gonfie, e quel ringhio terribile di chi è pronto a tutto pur di difendere i propri cari. Questo era il sogno di Roma, il sogno di una Giustizia buona ma implacabile ed uguale per tutti! Quel sogno lo abbiamo perso, cerchiamo di non perderne almeno il ricordo!
Ricordatevi, il lupo è uno degli animali più nobili che esista in natura, il più amorevole con i suoi cuccioli, e quando si augura "In bocca al lupo" si augura di stare nel luogo più sicuro del mondo, portanti con delicatezza nell'amorevole bocca della Giustizia!


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