Il periodo del post
partum è uno dei più delicati della vita di una donna. La nascita di un
bambino, anche se in misure diverse, porta sempre la madre a mettersi in
discussione e a vivere in maniera totalmente diversa sia la concezione se
stessa, sia i rapporti con gli altri, a cominciare da quello di coppia.
Nei 40 giorni
successivi al parto, il cosiddetto periodo di puerperio, ci si trova davanti
alle prime difficoltà e sì, anche alle prime delusioni. Per quale motivo? Per
il semplice fatto che il bambino che si
partorisce è molto diverso da quello 'idealizzato' portato in grembo per 9
mesi.
Il bambino, fin dal primo momento in cui respira, occupa uno
spazio sia fisico sia emotivo nella vita della madre e della coppia. Alla luce
di questo aspetto è fondamentale arrivare preparati. Il delicato periodo del post partum si affronta iniziando prima
dell'arrivo del piccolo a concepire che la vita cambierà totalmente.
Questo significa, per esempio, ritagliarsi qualche momento
d'intimità in più con il partner, anche per stemperare quell'ansia che è
fisiologica prima dell'arrivo di un figlio. Un altro aspetto molto importante
per affrontare nel migliore dei modi il periodo del post partum riguarda l'aiuto
da parte di parenti, soprattutto dei nonni.
In questo caso è fondamentale che la neo mamma trovi un
equilibrio tra la capacità di chiedere aiuto e di non chiudersi in se stessa e
quella di contrastare l'invadenza di chi, purtroppo, non comprende che una coppia
che ha appena avuto un figlio ha bisogno di spazi propri, di momenti durante i
quali scoprire passo dopo passo la bellezza della genitorialità.
Dopo i primi giorni a casa, che possono essere
caratterizzati da euforia o da stati di malinconia, arriva il momento dei
problemi pratici quotidiani, come per esempio quelli riguardanti
l'alimentazione (una delle questioni più sentite è senza dubbio l'allattamento
al seno).
Non si tratta di aspetti ordinari ma di nodi che possono
essere non facili da gestire a livello psicologico. Come risolvere la
situazione? Prima di tutto confrontandosi e chiedendo aiuto anche online - i
blog di mamme possono essere anche un valido punto di riferimento emotivo, un
modo per sentirsi parte di un gruppo sociale che vive i medesimi problemi - ma
non trascurando il ruolo della terapia.
Se ci si accorge che le piccole questioni di gestione
quotidiana diventano un motivo di angoscia e che il senso di inadeguatezza
prevale rispetto alla gioia delle prime settimane con il proprio bambino che
scopre il mondo, è davvero consigliabile rivolgersi
a un terapeuta, che può valutare la possibilità di un percorso di coppia,
orientato a ristabilire quella qualità nella comunicazione che è fondamentale
quando da coniugi innamorati si diventa genitori, quindi responsabili della
serenità e dell'equilibrio di un altro essere umano.
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