La maternità è un percorso sempre molto complesso. Non è possibile analizzarlo, anche in maniera non approfondita, parlando solo di cambiamenti biologici e di mutamenti legati all’organizzazione quotidiana degli impegni. Diventare madri è molto di più e significa guardare direttamente in faccia molte delle proprie fragilità.
Mi capita spesso di avere a che fare con donne anche molto
sicure di sé che, una volta scoperta la gravidanza, entrano in forte crisi per
via del senso di inadeguatezza. Sarò capace di occuparmi di un essere indifeso,
che ha bisogno di essere guidato e accudito in toto? Questa domanda rappresenta
una costante per molte delle pazienti in dolce attesa con cui ho a che fare,
persone che spesso faticano a interiorizzare in maniera serena l’esperienza
della maternità.
Come è possibile evitare queste situazioni? Tenendo presente
che mettersi in discussione come persone
quando ci si accorge di essere in procinto di diventare madri è naturale,
ricordo prima di tutto che la genitorialità, in questo caso la maternità, è
un’esperienza alla quale è bene prepararsi.
In che modo? La risposta a questa domanda varia da persona a
persona. Nonostante questo è possibile inquadrare alcuni consigli generali,
come per esempio l’importanza di dedicare del tempo alla cura del benessere
fisico e a pratiche come la scrittura di un diario, sul quale annotare i dubbi,
le paure e le domande che vengono a galla ogni giorno e che possono riguardare
anche nodi del passato.
Se ci si accorge di non essere in grado di risolverli in
maniera autonoma è bene rivolgersi a un terapeuta. Sì, è giusto farlo anche se
non ci sono situazioni di disagio evidenti, in quanto si tratta di un modo per
prepararsi al meglio dal punto di vista emotivo all’esperienza della maternità.
Questo percorso preparatorio può rivelarsi utile anche alla
qualità delle relazioni con i figli.
Anche in questo caso ogni singola situazione fa storia a sé, ma è comunque
opportuno ricordare che lavorando sull’autostima e sulla consapevolezza che
nella genitorialità la perfezione non esiste è possibile porre le basi per una
relazione serena con i figli, che deve fondarsi su un rapporto che non ha nulla
a che fare con l’amicizia (chi parte già da questo presupposto pensando al
futuro durante la gravidanza sbaglia).
Un altro consiglio tanto semplice quanto rilevante consiste
nel chiedere aiuto e nel confrontarsi costantemente. Chiudersi in
una ‘torre d’avorio’ durante l’attesa e nel corso dei primi mesi di vita del
figlio è un grande errore: il confronto, anche quando non si sente la necessità
di un consiglio, è sempre una ricchezza, soprattutto per chi vive, magari per
la prima volta, l’esperienza della genitorialità.
Diventare genitori comporta tanti interrogativi ed è sicuramente utile chiedere consiglio a professionisti che ci possano aiutare in questo difficile quanto bellissimo "compito"
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