Qualche giorno fa ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione della nuova
campagna #BIOVERO lanciata da I Provenzali, per puntare il dito contro chi, nel
mondo della cosmesi, utilizza il termine ‘biologico’ in modo non completamente trasparente.
Troppo
spesso infatti questa definizione, che tanto pesa nelle scelta di noi mamme,
viene utilizzata con leggerezza e non garantisce la completa naturalità del
prodotto.
Come possiamo fare allora? Quali sono gli accorgimenti per essere
certi di ciò che spalmiamo sulla pelle sensibile dei nostri bimbi (e sulla
nostra!)?
Il
semplice ma sottovalutato gesto che fa la differenza è leggere le etichette: controllare le certificazioni, leggere l’INCI (ossia la lista degli ingredienti
che, per legge, dev’essere riportata in ordine di quantità sulle confezioni) e fare attenzione ogni altra informazione disponibile.
Il
brand può facilmente permettersi di sottolineare l’importanza di tutto questo:
le certificazioni che vanta sono moltissime (tra cui la CCPB - Consorzio
Controllo Prodotti Biologici, VeganOk, Non testato sugli animali, Energia
Pulita, …) e la quantità di informazioni (già davvero ampia!) sta per diventare
ancora più esaustiva, grazie all’introduzione delle cosiddette ‘etichette
parlanti’.
Durante
la presentazione, si è anche tenuta una piacevole dimostrazione.
In concomitanza
con il lancio della nuova linea a base di aloe vera, il brand ha dato
dimostrazione dal vivo di come venga ottenuto in campo cosmetico il gel all’aloe, che compone fino al 95% del
prodotto. Beh, è davvero semplicissimo!
Possiamo
senza fatica realizzarlo in casa ed utilizzarlo contro scottature e irritazioni: eliminiamo la pelle dalla foglia ‘paffuta’ di questa bella pianta grassa e frulliamo con un mixer ad immersione il contenuto trasparente che abbiamo ottenuto.
Et voilà ... Più
biologico di così! J
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