Tra ieri ed oggi sui giornali e su tutti i social dilaga questa nuova parola "petaloso" inventata da Matteo, un bambino delle elementari durante un compito in classe sugli aggettivi, mentre voleva descrivere un fiore con molti petali.
L'accademia della Crusca ha riconosciuto a Matteo la bravura per la creazione di questa questa parola che, se entrerà nel gergo comune, potrà avere un futuro anche all'interno del vocabolario della lingua italiana.
Tutti i bambini mentre imparano a parlare, leggere e scrivere inventano le proprie parole, alcuni ben formulate, altri un po per sbaglio, ma cosa ci può insegnare questa notizia? A mio parere questa storia ci racconta di fantasia, e di un mondo fatto di tante scoperte e di mille avventure in quella che è una delle prime esperienze di conoscenza per un bambino.
Infatti, dopo il primo stadio neonatale nel quale l'individuo apprende il "se" come soggetto identitario distinto dal corpo della madre ed i primi anni di identificazione personale corporea (e solo più tardi anche emotiva ed intellettuale), l'apprendimento delle parole del vocabolario della propria lingua è un aspetto fondamentale e per il quale il bambino mette in atto un grande lavoro intellettivo di comprensione e formulazione, nonché di creatività.
"Petaloso", la parola inventata da Matteo |
A mio avviso è davvero importante sostenere ed incentivare la creatività dei bambini e non perché essi possano realizzare i sogni che abbiamo noi mamme nei loro confronti, non perché soddisfino chissà quale nostra aspettativa, ma perché la fantasia deve essere un loro innegabile diritto.
Il diritto a vedere il mondo con i loro semplici occhi, perché la loro fantasia non è solo sinonimo di intelligenza ma è anche gioco ed esperienza.
Attraverso l'elaborazione di luoghi e soggetti immaginari il bambino si relaziona con l'ambiente che lo circonda, ne fa esperienza, valuta spazi e si relaziona con gli oggetti, con il nome che essi hanno, la loro funzionalità. Attraverso le parole non solo scoprono il mondo fisico ma entrano in contatto con quello emotivo, sperimentano gli stati d'animo del "se" e degli altri, imparano che possono esprimerli attraverso l'elaborazione delle frasi e dei gesti del proprio corpo, acquistano esperienza delle relazioni con gli altri e della moltitudine di effetti che le proprie azioni possono comportare.
E' un percorso lungo, graduale e non privo di difficoltà quello del diventare adulti, in continuo modularsi, superare i limiti per capire dove tracciare quella linea quasi invisibile del giusto comportamento, del "si fa" o "non si fa" che purtroppo o per fortuna la nostra società ci insegna.
Quale può essere quindi il nostro ruolo, di genitori, all'interno di questo grande cammino che affronta il nostro bambino?
Essere da esempio, innanzitutto. Tutti noi genitori siamo anche esseri umani e come tali commettiamo errori più o meno gravi ogni giorno, e prima o dopo anche i nostri figli se ne accorgeranno, passato il periodo del genitore supereroe ogni figlio si rende conto che i suoi genitori hanno tanti difetti. Ma sono convinta che se saremo esempio dei valori che vorremmo trasmettere loro, questo sarà sicuramente il primo grande insegnamento che possiamo dare.
In secondo luogo possiamo essere sostegno. ESSERCI, senza sostituirci a loro, possiamo incoraggiarli e rendere possibile la loro esperienza, il nostro importante ruolo è quello di dare la possibilità, lasciare il bambino libero di sperimentare con le proprie mani il mondo che lo circonda. Ed è proprio qui che si rende esplicito il bisogno, diritto, possibilità di dare forma alla propria fantasia.
Astenerci dai giudizi, belli o brutti essi diventano con il tempo parte integrante del nostro essere, descrivono non solo i nostri prodotti, i nostri risultati ma quello che siamo come soggetti e purtroppo la nostra società ne è talmente influenzata che non si può prescindere da essi, già con le prime esperienze scolastiche, di sport e di relazione con gli altri. Ma sappiamo bene che spesso questi giudizi non ci rappresentano affatto e quindi credo che limitare l'identità del bambino all'interno di queste categorie così standardizzate che sono i giudizi, possa nuocere non solo all'immagine che sviluppa di se ma anche alla propria creatività, alla sua fantasia, a mio personalissimo parere è come mettere dei limiti a priori, senza lasciare che proprio quel diritto venga ad esprimersi.
Lasciamo che tenero o prorompente l'arcobaleno della creatività possa liberarsi, crearsi dalle parole e dalle mani dei nostri bambini e perché no prendiamo così l'occasione per incantarci a nostra volta, prendendo esempio da loro.
La nostra vita di genitori è sempre frenetica ed i momenti per riflettere sono pochi ma oggi voglio invitare tutti voi mamme e papà: quando possiamo, torniamo per qualche istante bambini anche noi per gioire di quel sentimento fantastico della scoperta e condividerlo con i nostri figli, e far nascere un dolce ricordo per entrambi!
Buona serata a tutte noi, voi care MAM
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