Diritto a un buon inizio
Ben ritrovati a parlare dei Diritti naturali di bimbi e bimbe; siamo giunti a considerare il sesto diritto, il DIRITTO AD UN BUON INIZIO, a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pulita.
Evidente è il riferimento al problema dell'inquinamento, effetto collaterale del progresso.
E direttamente collegato il discorso della riscoperta della bellezza del 'tornare indietro'.
Le riflessioni che farò sono strettamente legate alla mia esperienza e alle realtà con cui sono entrata direttamente in contatto e sia chiaro, nulla è generalizzabile in toto, ognuno di noi ha il proprio trascorso personale che non segue canoni rigidi.
Sono figlia degli anni '80 e cresciuta in un paese sotto montagna: da bambina-ina ho potuto godere della libertà e del benessere che ti regala il correre nei campi d'estate, di giocare a rimpiattino tra le spighe di grano, di bere l'acqua direttamente nel fiume; tutto questo quando andavo a trovare la nonna.
Sono figlia degli anni '80, figlia dei figli del boom economico, i miei genitori avevano entrambi la macchina e la possibilità di andare alla ricerca degli agi che all'epoca spuntavano come funghi.
Non ero figlia di benestanti ma di normalissimi genitori degli anni '90, quelli che sono nati magari in stalle (come mia madre), che non potevano permettersi che un regalo all'anno perché i loro genitori si stavano rialzando (economicamente parlando) e che hanno avuto il loro riscatto negli anni a venire.
La crescita economica - benedetta! - ha però tramutato le menti: l'apparenza, l'ostentare ricchezze, il possesso, hanno assunto un'eccessiva importanza.
Il concetto di parità dei sessi è andato rotolando per la via sbagliata.
Quello di famiglia stravolto.
E poi c'è l'oggi, la crisi economica e la riscoperta dei valori.
Valori? Sì valori!
Correre a piedi nudi nel prato non è forse un valore?
Un tempo un bambino che lo faceva era un bambino felice, poi è diventato un bambino maleducato, poi un bambino figlio di hippie, e di nuovo un bambino felice (ancora veramente ci si sta 'lavorando').
Uscire al parco anziché chiudersi ogni santa domenica al centro commerciale non è un valore?
Mangiare una crostata fatta da mammà non è un valore? E soprattutto un diritto?
Soffiarsi il naso e non vedere il nero sul fazzoletto non è un valore-diritto che dovrebbero avere tutti i bambini?
Sì lo sono!
Ognuno di noi ha la propria esistenza, ma se c'è una cosa che dovrebbe renderci tutti uguali (come genitori) è il nostro interessamento al benessere psico-fisico dei figli che mettiamo al mondo, che non sono - o meglio non dovrebbero essere ma per qualcuno ahimé lo sono - il frutto del nostro egocentrismo ma sono una vita a cui doniamo noi, per essere sé (un bambino per nascere e crescere ha bisogno di noi ma resta sempre, dall'inizio, un individuo a sé con la sua importanza come singolo, questo intendo).
E allora genitori, riconsiderate le priorità, un figlio non ha solo bisogno di doni materiali (giocattoli e ninnoli di ogni genere) - certo anche - ma ha bisogno della nostra presenza e della nostra cura che non si limita al fare il bagnetto, comprare vestiti, garantire un tetto, l'istruzione e vestiti.
Leggiamo le etichette di cibi e prodotti, scegliamo con cura ciò che offriamo ai nostri figli, a volte il progresso sottende un regresso, occhio!
Loro hanno tra i mille diritti, il diritto ad un buon inizio.
Aline Mammanontiarrabbiare
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Anonimo
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