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venerdì 25 luglio 2014
Alla scoperta dei Serrai di Sottoguda, vecchia strada statale del Passo Fedaia, che metteva in comunicazione la val Pettorina con Malga Ciapela
Oggi vi propongo una passeggiata più che un'escursione, da compiersi magari in un pomeriggio di bel tempo dopo una mattinata brutta che non vi ha fatto propendere per una gita vera e propria: visitiamo i Serrai di Sottoguda.
Noi, con passeggino ultraleggero, abbiamo parcheggiato la nostra macchina in uno degli ampi sterrati in località Pian, poco prima del caratteristico abitato di Sottoguda, dove trovare parcheggio è più difficile che in zona stadio prima del derby: il tratto di strada che ci separava dall'ingresso nei Serrai ci ha portato via veramente non più di dieci minuti e ci ha fatto scoprire le bellezze di questo paesino semi-sconosciuto.
Arrivati al limitare della gola, abbiamo deciso di salire sul caratteristico "Trenino dei Serrai", per percorrerli -in salita- senza fare fatica (ho preso la scusa della mia gravidanza...faceva caldo e non avevo voglia di camminare!): abbiamo speso 3,50 euro a testa (bimbo unenne gratis) e non vi dico la gioia di Daniele, non voleva più scendere! (ma chissà che fascino avranno mai questi treni su mio figlio...bah!)
Con questo bel mezzo di trasporto si percorre la stretta forra sino a Malga Ciapela, dove è posta la stra-famosa funivia che porta in cima alla Marmolada: da qui, smontati, ci siamo voltati per ripercorre il canyon in senso opposto, lasciando che i 200m di dislivello fossero per noi una comoda discesa.
Questa strada asfaltata, che si staglia strettissima tra pareti alte anche 100m, era la vecchia carrozzabile del Passo Fedaia, sostituita, circa una ventina d’anni orsono, da quella ben più comoda e larga che corre al di sopra; un tempo però era l’unico collegamento possibile con la Val di Fassa e molti inverni sono trascorsi senza che questa fosse transitabile: infatti veniva chiusa e i ponticelli caratteristici smontati, per permettere alle piene pimaverili del torrente Pettorina di non incontrare ostacoli e raggiungere il fiume Cordevole senza difficoltà.
Camminando partendo appunto da monte, la camminata risulta assai comoda e tranquilla: il duevoltepapà ha spinto il suo piccolino che si guardava intorno estasiato, ma magari il passeggino da trekking, con freno sul maniglione, gli avrebbe consentito minor fatica nei tratti più ripidi: ma niente panico, ce l'abbiamo fatta lo stesso senza indugi!
Per riguadagnare valle ci vuole circa un'oretta, contando però di fermarsi ad ammirare le imponenti rocce aguzze e leggendo i cartelli che, in punti strategici, raccontano emblemi del luogo: essendo tutta la gola molto umida, è meglio, se la giornata non è particolarmente calda e afosa, portare qualcosa per coprire i bimbi più piccoli.
Io vi consiglio caldamente di organizzare un pomeriggio in questo luogo, patrimonio dell'UNESCO(come tutte le Dolomiti): sebbene dal 2012 l'ingresso, anche per i pedoni, sia a pagamento, ritengo che la sua bellezza e la sua peculiarità valgano alla grande l'investimento.
Adelaide
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