Spasmi affettivi

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Oggi vorrei condividere con voi la  mia prima disavventura da Mamma. Mio figlio all'epoca del fatto aveva all'incirca un anno e mezzo. 
Una sera, subito dopo cena, il mio piccolo Giammarco sbatte la testa contro un gioco, uno di quei banalissimi e frequenti "incidenti" che capitano ad ogni bambino!
Ci guarda ed inizia a caricare il pianto: bocca aperta, occhi chiusi, ma non emette alcun suono. Io aspetto fiduciosa che prenda fiato e parta l'urlo, invece niente di niente!
Dopo pochi secondi, fa un mezzo respiro e mi si affloscia in braccio. Io, giustamente, mi faccio prendere dal panico, mentre il mio compagno impallidisce ma, fortunatamente, mantiene quel self control che lo contraddistingue. Trascorsi tre, quattro secondi, che paiono una vera eternità, il mio piccolo rinviene e rimane un po' stordito, reattivo, ma leggermente addormentato.
Immediatamente contatto la nostra pediatra che non ci risponde. Passo al piano B e telefono alla guardia medica che gentilmente ci fa capire di non essere in grado di effettuare una diagnosi e ci consiglia di recarci immediatamente in ospedale. La cosa non c'è purtroppo di alcun aiuto, ma in tutto questo marasma ho avuto un'illuminazione. Chiamo la zia pediatra di una mia ex compagna di classe, le racconto l'accaduto e la dottoressa, con la sua voce confortante, mi dice di stare tranquilla, in quanto si tratta solo di un caso di "spasmo affettivo".

Gli spasmi affettivi sono crisi su base emotiva, anche causate da banalissimi motivi quali la stanchezza, un rifiuto, una lite tra i genitori oppure il dolore fisico provato, come nel nostro caso. Queste portano ad un pianto incontrollato durante il quale il bambino non riesce a respirare e sviene. Questo svenimento non provoca nessun danno fisico ai piccoli, ma solo un grande spavento ai genitori.
La pediatra ha usato un esempio semplice: è come per noi adulti quando andiamo a fare un prelievo di sangue, c'è chi lo fa serenamente, e chi invece si sente male e sviene. E' una situazione incontrollata su cui il bimbo non ha nessun potere decisionale, capita punto e basta.
Ne soffre un bambino su quattro. In certi casi non si arriva nemmeno allo svenimento, ma solo all'apnea. Se impari a riconoscerlo, sarà sufficiente soffiare un pochino di aria sul viso del piccolo per evitare il mancamento. 

Bimbi che, in passato, hanno avuto delle crisi, crescendo, possono accorgersi che questo svenimento attira molta attenzione e preoccupazione nei confronti dei genitori ed usarlo volontariamente per uscire da una situazione scomoda. Questo accade dai 5/6 anni in su, prima non è assolutamente un atto volontario!
Ci tengo a precisare che non sono un medico, le mie ricerche sono state fatte in base ad un'esperienza personale e all'aiuto della pediatra, motivo per cui, se mai vi dovesse capitare, fate comunque riferimento al vostro medico sia per la diagnosi che per i consigli sui comportamenti da tenere quando si scatena una crisi.


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